Siete pronti alla seconda serata di Vino al femminile presso il Ai Navigli di Padova? Giovedì 17 novembre troverete i vini della cantina delle Sorelle Bronca che dal padre Livio hanno ereditato la passione per la vite e la dedizione al lavoro. Antonella ed Ersiliana hanno trasformato questo profondo sentimento familiare in progetto di vita. Il territorio generoso ha permesso loro di creare vini spumanti di qualità superiore, rossi con carattere e bianchi eccezionali. Ecco il gustoso menù in abbinamento:
Save the date! Mercoledì 16 novembre 2022 alle ore 20 presso il Ristorante Alla Pergola di Sarcedo (VI) si terrà la consueta serata dell'evento BOTTIGLIE STAPPATE. Questa volta il viaggio sarà tra Chardonnay e Savagnin protagonisti dei mitici vini bianchi dello Jura. Vini preziosi, bottiglie rare e ovviamente posti limitatissimi! Locale selezionato dalla Guida Ristoranti Che Passione. Per info e prenotazioni chiamare il numero 0445 884013.
Preparatevi a una serata speciale presso Enoteca Luise Vini a Piove di Sacco (PD) in cui degusterete vini pregiati piemontesi abbinati al gustoso menù ideato da Alessio Boldrin, chef e patron del Ristorante Bacaro il Gusto di Fossò (VE).
Ottobre e’ il mese dedicato alla sensibilizzazione e alla prevenzione del tumore al seno. Che la salute cominci a tavola ormai è risaputo: il cibo è il nostro miglior alleato di vita e prezioso strumento di prevenzione! L'Agri-Ristorante Le Vescovane ha pensato di organizzare una serata di chiusura dell’ “ottobre rosa” per dare il proprio contributo. Venerdì 4 novembre alle ore 20 verrà presentata una cena a tema all’insegna dei prodotti stagionali coniugati in piatti gustosi e salutari: Chef Davide, assieme al nutrizionista Dott.Renato Giaretta, ha studiato un menù autunnale davvero sorprendente. Preparatevi a un viaggio gastronomico tra i profumi e i sapori che l’autunno ci regala.
A cena con la "Barbera" di Cascina Castlet. Venerdì 4 novembre 2022 alle ore 20 presso Era Ora Restaurant di campo San Martino (PD), ci sarà la degustazione dei vini della Cantina piemontese, spiegati dalla Sommelier Sabina, abbinata a una cena dal menu a sorpresa ideato da chef Massimo. Locale selezionato dalla Guida Ristoranti Che Passione e cena in promozione a 50 euro. Per info e prenotazioni chiamare il numero 348-4135296.
Un locale per gli amanti della montagna e dei suoi tesori
Vodo di Cadore è un luogo dalla versatile vocazione turistica, capace di attrarre visitatori sia d’estate che d’inverno: nel corso della bella stagione, la Val Boite offre all’escursionista e al ciclista un suggestivo spaccato del panorama dolomitico, patrimonio UNESCO di cui fanno parte le vicine cime del Pelmo, del monte Penna e dell’Antelao.
Incastonato in questa nicchia dagli invidiabili pregi naturalistici, raggiungibile con facilità dalla Statale Alemagna, troviamo il ristorante gestito da Massimiliano Gregori, con cui dialogheremo quest’oggi.
«Che differenza c’è tra Capriolo e Capriolino? Per prima cosa, facciamo chiarezza sul nome»
«Il marchio del Capriolo, simboleggiato anche dallo stemma di famiglia, comprende tutti i servizi che offriamo al pubblico, compresa l’ospitalità alla locanda. Nel 1850 questo luogo era una posta, che dava alloggio e ristoro ai viaggiatori: nel tempo si è evoluta, diventando un complesso di chalet ideati per integrarsi con il paesaggio e garantire al contempo il massimo del comfort a chi li scegliesse per trascorrere le vacanze.
Il Capriolino, invece, è l’osteria in cui assaggiare le nostre proposte enogastronomiche, in continuo divenire tra una stagione e l’altra. In questo momento, stiamo riadattando il nostro modo di interpretare la cucina, dando ai piatti una svolta simboleggiata dal muoversi agile di un giovane capriolo: da qui il nome dell’osteria».
«Il Capriolo è stato a lungo anche un ristorante stellato, con Francesco Paonessa come chef. Il recente restyling come trasforma l’approccio gourmet adottato fino ad ora?»
«Sono convinto che un ristorante debba prima di tutto lavorare per la propria clientela, ascoltandone le necessità e i desideri. In questo momento storico, mi sembra che la comprensibilità della materia prima e la presentazione di un piatto in maniera trasparente e accessibile siano valori aggiunti, punti di forza da riscoprire e apprezzare. Continuiamo e continueremo a scegliere con cura prodotti Slow Food e biologici da inserire nel nostro menu, con la stessa attenzione alla genuinità che abbiamo sempre adottato, ma con meno sovrastrutture. Penso che questo ritorno alle origini sia atteso da molti.
Francesco Paonessa non sarà più il nostro chef, ma nel 2023 rimarrà con noi come consulente esterno».
«Vuoi ripercorrere le fasi di evoluzione che ha avuto Il Capriolo nel corso del tempo?»
«Il dopoguerra è stato un periodo difficile, in cui il Capriolo è tornato ad essere una casa privata. Questo finché mio nonno, di ritorno dall’Olanda, non l’ha riaperta al pubblico come luogo in cui proporre piatti tipici della tradizione cadorina. Mio padre, una volta presa in gestione l’attività, l’ha trasformata in un’osteria chic molto ben frequentata, esperienza in continuità con il taglio gourmet che ha avuto fino ad oggi. Al presente, vogliamo proporre una cucina più semplice, sempre legata ai prodotti del territorio ma più pulita, con attenzione a preservare la qualità abbassando i prezzi.
La nostra clientela è altospendente, tuttavia non vogliamo riservare i nostri piatti a pochi eletti: il cambiamento è già iniziato lo scorso anno, ma in questi mesi lo porteremo a termine per fare del Capriolino il nostro punto di riferimento».
«Per chiudere con un richiamo alla golosità dei nostri lettori, quali piatti consiglieresti di provare in questa stagione?»
«Per l’inverno sarebbero proposte ideali la guancetta brasata al Lagrein con salsa pearà e funghi o cipollotti glassati, l’hamburger di cervo con robiola ai tre latti che proponiamo come antipasto con la salsa BBQ al ribes, oppure sempre tra le entrées la millefoglie di pane casereccio con il cavolo cappuccio di Vinigo, prodotto parte dell’Arca del Gusto. Da segnalare anche la fonduta di formaggio di malga e pomodori datterini o, tra i primi, gli spaghetti integrali con ragù bianco profumato alla salvia».
Se dunque doveste recarvi in provincia di Belluno per le vostre vacanze, non esitate a visitare Vodo di Cadore e a fermarvi al Capriolo: che la sosta sia breve o lunga, la bellezza del luogo e la bontà del cibo vi rimarranno nel cuore.
Intervista a cura di Chiara Tomasella
Due serate uniche vi aspettano Ai Navigli di Padova per scoprire due cantine con un'anima tutta al femminile, due aziende che hanno saputo distinguersi per qualità e innovazione. Giovedì 27 ottobre con Cantina Maeli scoprirete la Via del Moscato Giallo. Nata da un’idea di Elisa Dilavanzo, questa esperienza unica nel suo genere esprime la versatilità di un vitigno “che tutti credevamo di conoscere”, il Moscato Giallo in cinque versioni che danno vita a cinque vini differenti: spumante dolce, metodo classico brut nature, vino frizzante imbottigliato con i propri lieviti e rifermentato in bottiglia secondo il metodo ancestrale, vino fermo secco, passito. Ecco il gustoso menù in abbinamento:
La famiglia Callegari, presso la Vecchia Sorni di Lavis (TN), presenta la prima serata evento dedicata al gusto e alla cucina creativa: “Cena a 6 mani”. Il 27 ottobre questa cena evento per lasciarsi amare dalla passione e la cura del cibo in collaborazione con Leandro Luppi del ristorante Vecchia Malcesine, Giuseppe Asaro, concludendo con la dolcezza artistica di Manuel Marzari, brindando con gli abbinamenti vini di Michele Girelli. La cucina propone:
L'autunno è finalmente arrivato e venerdì 14 ottobre noi vi proponiamo una serata dedicata a questa stagione all'Antica Trattoria Al Bosco di Saonara con un menù ricco e i vini di Cantine Bellaguardia e Adalia in abbinamento. Menù proposto:
Aperto tutti i giorni tranne il mercoledì e il giovedì a pranzo, il ristorante di Vicolo San Matteo offre al visitatore un’esperienza gourmet, ideata dalla creatività del suo giovane chef: quest’oggi dialogheremo proprio con Saimir Xhaxhaj, trentatreenne di origini albanesi che dal 2016 dà la sua impronta alla cucina della Canonica.
«Partiamo dal principio. Il tuo viaggio nel mondo dell’enogastronomia è iniziato già a Lushnjë o l’hai intrapreso una volta arrivato qui in Veneto?»
«In parte si può dire che il mio percorso professionale sia iniziato quando mi sono iscritto alla scuola alberghiera di Castrovillari, giù in Calabria. Sono arrivato in Italia quando avevo dieci anni, e l’ho percorsa da Sud a Nord: dalla provincia di Cosenza mi sono trasferito prima in Toscana e poi qui a Verona, dove ho trovato una nicchia in cui la mia creatività è a suo agio. La cucina, però, non è solo qualcosa che si apprende sui banchi di scuola, è una passione fatta di sentimenti, emozioni e ricordi: sono soddisfatto quando i clienti si accorgono di questo, apprezzando anche le portate più semplici dei nostri menu».
«Nelle proposte della Canonica possiamo ritrovare qualche traccia della tua terra natia?»
«Soprattutto di recente ho riscoperto la nostalgia di casa in alcuni piatti, due in particolare.
Sfogliando il menu “Metamorfosi” s’incontrano infatti le portate C’era una volta e Waste: la prima consiste in un uovo al tegamino cotto con del burro nocciola, una fetta di pane con spuma di pomodoro, guanciale croccante in crumbles e basilico fresco, che mi ricorda le mattine in cui mi svegliavo dai miei nonni, in montagna, e sentivo come primo odore quello del burro che cuoceva. Il secondo piatto, invece, è incentrato sui friggitelli preparati in olio e sale con l’aggiunta (a fine cottura) di formaggio feta sbriciolato.
Sono dei piatti relativamente poveri, specie se comparati con altre portate ben più complesse. Mi sorprende sempre che i nostri ospiti li indichino spesso come i migliori della selezione, visto che per me sono un po’ come la ratatouille per Anton Ego».
«I piatti del ristorante sono apprezzati ugualmente sia dagli italiani che dai turisti?»
«È difficile rispondere a questa domanda, d’altronde ogni visitatore è unico e porta il suo vissuto, la sua cultura in sala. D’estate accade spesso di accogliere turisti, mentre d’inverno si vedono di meno. In tutte le stagioni, però, la percezione dei piatti è soggettiva, dipende più dalle esperienze fatte in passato e dalla volontà di lasciarsi stupire che dalla provenienza geografica.
I nostri piatti sono ripresi dalla tradizione e allo stesso tempo innovati: alcuni (la maggior parte) sono creati da zero, inventati ad hoc pensando agli accostamenti e al modo più moderno per presentarli».
«Hai una portata in cui ti identifichi particolarmente?»
«La portata che forse ha avuto e continua ad avere più successo alla Canonica è una spaghettata presente all’interno del menu “Principio”: si manteca con il Grana Padano, si esalta con l’aggiunta di pepe del Sichuan e si abbina ad una battuta di gamberi rossi al naturale. Le bacche di pepe hanno un sentore balsamico, si sposano con delicatezza con il tocco dolce dei gamberi e con la freschezza del pizzico di lime utilizzato per chiudere la composizione».
«Una persona sola non basta per preparare ogni piatto: ci descriveresti la tua brigata?»
«Fare gruppo è facile, qui alla Canonica, ma allo stesso tempo è facile trovare un ambiente che fa da trampolino di lancio per altre aspirazioni. Lo staff del ristorante perciò cambia, proprio in considerazione della bravura richiesta in questa cucina: in parte è una soddisfazione, in parte costringe a tenere il passo con il dinamismo che c’è. Avere voglia di crescere e imparare sono i requisiti fondamentali per dare un apporto positivo al lavoro, dopotutto: i ragazzi della brigata hanno tra i 20 e i 25 anni, quest’età significa avere davanti moltissimo tempo per maturare e specializzarsi, anche girando il mondo.
Oltre al personale fisso, abbiamo avuto anche percorsi di stage attivi alla Canonica, con risultati vari che in molte occasioni si sono tradotti nella scelta di abbandonare il percorso. Come sa chi è del mestiere, questo non è un lavoro che occupa poco tempo e poche risorse, anzi».
«Ti è mai pesato? O è mai pesato alla tua famiglia?»
«Quando ho incontrato la mia compagna le ho detto sin da subito che sarei stato parecchio impegnato nelle mie giornate, che avrei avuto meno tempo da dedicarle. Sapevo questa cosa già da ragazzo, non è mai stata una “scoperta” imprevista: ora sono papà di due bimbi, e anche a casa cucino per loro! Sono venuti a trovarmi alla Canonica una sola volta, quando cresceranno succederà sicuramente più spesso. Ora hanno due e quattro anni e mezzo, e cambiano palato da un giorno all’altro: quello che è il loro piatto preferito la domenica diventa cattivo il lunedì, sono forse i palati più difficili con cui ho a che fare!»
«Prima di salutarti, vorrei rubarti un commento su un’ultima tematica, di primaria importanza al giorno d’oggi. Si tratta della sostenibilità: come si declina questo tema alla Canonica?»
«L’attenzione per i prodotti a chilometro zero o la tendenza a ridurre gli sprechi non sono una novità del periodo di crisi che stiamo vivendo, anche prima dell’aumento vertiginoso delle bollette abbiamo sempre cercato di non consumare risorse a vuoto: personalmente, apprezzo i clienti che chiedono di poter portare a casa il coperto o che avvisano di essere sazi prima che gli venga servita la portata successiva della degustazione. Dovrebbe essere culturalmente accettato portare a casa il pane, così come dovrebbe essere normale parlare con il personale di sala per comunicare le proprie esigenze. Non tutti i clienti vedono allo stesso modo queste piccole azioni, ma sono le più virtuose da compiere.
Vedendo il “dietro le quinte” di un piatto posso testimoniare che la reperibilità delle materie prime è diventata molto più difficoltosa, a volte servono settimane per rifornirsi di un ingrediente. Vederlo finire nel cestino non è certo più gratificante di sapere che la persona che l’ha ordinato lo consumerà a casa propria».
Invitiamo i nostri lettori a sperimentare di persona la cucina di Saimir, recandosi al ristorante “La Canonica” di Verona nelle giornate in cui la Guida garantisce ai propri soci il 30% di sconto sulla prima consumazione. Buon appetito a chi lo visiterà già quest’oggi!