Preparatevi a una serata speciale presso Enoteca Luise Vini a Piove di Sacco (PD) in cui degusterete vini pregiati piemontesi abbinati al menù ideato da Alessio Boldrin, chef e patron del Ristorante Bacaro il Gusto di Fossò (VE). Giovedì 16 febbraio alle ore 20 ecco il menu che vi aspetta:
Iniziamo il 2023 con un evento interamente vegetale: una "cena col cavolo"! Sabato 11 Febbraio alle 19.30 all’Ortodidattico Il Profumo della Freschezza di Lusia (Ro) ci sarà un laboratorio interattivo di degustazione delle diverse tipologie di cavoli, dove stimolerete i vostri sensi per scoprire tutte le sfaccettature di questo incredibile vegetale. Preparatevi a scrutare, toccare, ascoltare, annusare e a mettervi alla prova! Terminata la degustazione, sarà possibile fermarsi al ristorante vegano dell’Ortodidattico per una cena del cavolo! Ecco il menù di alta cucina realizzato ad hoc dalla Chef Giada Bozzolan:
Come ogni primo martedì del mese, Ristoranti Che Passione vi propone un’intervista con cui approfondire la conoscenza delle professionalità che animano i locali della nostra selezione, per portarvi dietro le quinte del mondo della ristorazione: quest’oggi il protagonista della nostra chiacchierata sarà Massimo Favazza, titolare del ristorante Beluga di Verona.
«Massimo, bentrovato. Per rompere il ghiaccio, vuoi raccontarci da dove è iniziato tutto? Cosa ti ha portato a svolgere questo lavoro?»
«Mi sono iscritto all’istituto alberghiero quasi per caso, per esigenze familiari. All’epoca non avevo un’idea precisa delle opportunità che mi avrebbe dato quel percorso di istruzione, ma i miei docenti sono riusciti a farmi appassionare alle materie trattate e soprattutto all’esperienza pratica: mi rimangono nel cuore i banchetti, il servizio al Casinò di Venezia, i viaggi presso grandi alberghi e ristoranti, dove poi ho lavorato durante le stagioni estive. Uno tra questi è stato il Tre Corone di Piazza Bra, organizzato con una gerarchia completa e una divisione minuziosa dei compiti: qui ho trovato una fonte d’ispirazione in Cesare Ferlenga, che mi ha seguito per tre stagioni facendomi crescere al suo fianco. Fondamentale è stata anche l’esperienza alla Bottega del Vino, da cui ho appreso una certa concezione dell’accoglienza, del rapporto con la clientela.
A ulteriore testimonianza del bel rapporto che ho sempre avuto con i miei professori, posso portare la soddisfazione dell’averli incontrati di nuovo qui al Beluga, come clienti e ospiti graditi: già dal primo anno di alberghiero aprire un locale in proprio è stato il mio sogno nel cassetto, che si è realizzato dopo vent’anni di gavetta… anche per merito loro, dal momento che mi hanno fornito gli strumenti per seguire questo percorso».
«Quando hai aperto il Beluga? E che cosa puoi dirci sulla squadra che porta avanti l’attività insieme a te?»
«Quando ho aperto il Beluga avevo 33 anni e volevo trovare il mio spazio d’espressione. Il locale era diverso da com’è ora, almeno nell’estetica: di recente gli interni sono stati restaurati da cima a fondo, per creare un’atmosfera allo stesso tempo intima, confortevole ed elegante.
Nelle proposte culinarie abbiamo sempre conservato una nostra identità, pur non avendo uno staff fisso dall’inaugurazione al presente: l’unica costante in cucina è Heshan, il mio braccio destro, che è qui con noi da ormai più di dieci anni.
Al momento sto collaborando con un mio ex collega del Tre Corone, ma la carenza di personale si fa sentire, purtroppo. Il nostro è un tipo di ristorazione d’alta classe, il che non ci permette di collaborare efficacemente con le scuole, con cui per altro è difficile dialogare».
«Questa crisi è cominciata nel periodo pandemico oppure era preesistente?»
«Se già in passato c’erano delle criticità, con il covid si sono accentuate. Prima che iniziasse l’emergenza sanitaria la sala era gestita da tre persone oltre a me, mentre ora siamo sotto organico, nonostante l’attività sia ripartita in pieno. Per superare la crisi è stato fatto un notevole investimento nella promozione e nel marketing: abbiamo notato che la pubblicità online ha avuto il suo effetto positivo, soprattutto nel portare al Beluga nuova clientela straniera, legata al settore turistico.
Abbiamo investito anche nella creazione di un’app per la prenotazione di asporto e consegna a domicilio, oltre che per la visualizzazione del menu. Dall’applicativo, inoltre, è possibile accedere ad una raccolta punti di validità annuale, il tutto con un layout essenziale e di facile fruizione».
«L’offerta legata a delivery e take away è stata sviluppata negli anni appena trascorsi?»
«No, entrambe le proposte nascono dalla volontà di assecondare le esigenze di clienti storici che abitano qui vicino e che mi hanno chiesto di fornire anche questi servizi, utili per festeggiare anniversari, compleanni, eventi in famiglia e altre occasioni speciali. Certo non dev’essere presa come un’alternativa alla consumazione in presenza: l’esperienza all’interno del locale ha tutto un altro sapore, soprattutto in occasione di festività particolari come l’imminente San Valentino».
«Ci vuoi descrivere in anteprima come verrà festeggiata al Beluga la festa degli innamorati?»
«Molto volentieri! Il locale verrà ovviamente decorato a tema, per offrire ai visitatori un romantico sfondo per la loro cena di coppia. Vorrei creare un’alzata d’argento da riempire di ghiaccio e caviale, per poi proseguire con un antipasto di scampi e perlage di tartufo. Il primo piatto sarà uno gnocco al nero di seppia con sugo all’astice Bretone, mentre per secondo avremo un trancio di salmone con il pistacchio di Bronte. Infine, a conclusione della serata, verrà servito un dolce sfizioso.
Il locale già si presta alle ricorrenze quali anniversari e appuntamenti galanti, ma in quest’occasione daremo il nostro meglio per rendere indimenticabile l’esperienza… Anche confezionando per ciascuno degli ospiti un piccolo pensierino per commemorare questo San Valentino».
Il Beluga vi aspetta dalle 12.00 alle 14.30 e dalle 19.00 alle 22.30, al numero 27/A dello Stradone di Porta Palio: v’invitiamo a seguirne i social – curati magistralmente da Cristian Pasquali – e a provarlo in prima persona!
Intervista a cura di Chiara Tomasella
Save the date! Venerdì 3 febbraio alle ore 20:15 presso Ristorante Faresin di Breganze (VI), Daniele e il suo lo staff vi aspettano per la serata "Ossi de Mas-cio". Sarà una serata a tema con un ricco e gustoso menù:
Sta per arrivare un evento unico e imperdibile, come solo al Ristorante Ai Canonici puoi trovare! Mercoledì 1 febbraio alle ore 20.15 Stefania e il suo staff vi aspettano per deliziarvi con la serata dedicata ai Rampuzzoli, disponibili solo in questo periodo dell'anno. Ecco cosa propone il menu:
Incredibili crociere capitanate dalla frizzante Mariuccia Ambrosini di Tenuta Ambrosini! Oggi vi vogliamo consigliare la Crociera Franciacorta e Cultura su MSC Splendida che vi porterà in Grecia e Turchia dal 18 al 27 maggio 2023. La quota minima a persona è 1.130 euro per cabina deluxe interna (cabina ocean view 1.260 euro e cabina premium con balcone 1.475 euro). La quota comprende trasferimento in pullman da Bergamo/Brescia per Trieste e ritorno, tasse portuali, trattamento pensione completa con pacchetto bevande all inclusive easy e assicurazione medico + bagaglio + annullamento Covid. Ci saranno banchi di assaggio e degustazioni in abbinamento a prodotti tipici della Franciacorta e sarà presente il narratore del gusto Michele Pigozzo. Iscrizioni entro fine gennaio 2023. Per info e prenotazioni chiamate Mariuccia Ambrosini al 338 6725080.
Save the date! Venerdì 27 gennaio presso la Trattoria Da Sgussa di Faedo (PD) lo staff vi aspetta alla cena dei "Ossi de Mas-cio in toea". Sarà una serata a tema con un ricco e gustoso menù:
Una serata unica e speciale quando la cucina del ristorante Ai Navigli di Padova, carica di creatività e con uno staff in perfetta sinergia, incontra Champagne Pommery, partner della Guida Ristoranti Che Passione. Venerdì 20 gennaio Elena vi aspetta con 2 menu dedicati:
La nota rubrica enogastronomica Eat Parade del TG2 condotta da Bruno Gambacorta raccomanda la nuova edizione Ristoranti Che Passione 2023. La Guida RCP sarà menzionata durante la puntata di venerdì 13 gennaio delle ore 13.30 (in replica sabato 14 gennaio dopo mezzanotte e venerdì 20 gennaio alle 3 di mattina). Per maggiori informazioni potete andare sul sito www.tg2.rai.it nella sezione rubriche/EatParade.
Sulla riviera del Brenta, all’interno dell'edificio settecentesco che un tempo ospitava il Casinò Venier, trovano spazio i curatissimi ambienti di Villa Goetzen, ristorante e hotel gestito da quasi trent’anni dalla famiglia Minchio: un luogo dove l’ospitalità e l’accoglienza si uniscono all’atmosfera romantica delle sale e del giardino esterno, affacciato direttamente sul corso del fiume.
Per farvi conoscere meglio questo elegante angolo di Dolo, abbiamo il piacere di dialogare con Cristian Minchio, direttore di sala e comproprietario dell’attività.
«Prima di raccontare l’attualità di Villa Goetzen, vorrei fare un passo indietro, alle origini dell’azienda. Come nasce questo progetto, e da chi?»
«Sono stati i miei genitori, Paolo Minchio e Paola Niero, a gettare le fondamenta della nostra realtà: hanno iniziato a lavorare a Venezia già dal 1965, per poi spostarsi qui a Dolo con la gestione dell’albergo-ristorante “Due Mori”. Nel 1995 hanno infine acquistato Villa Goetzen, ristrutturandola per dieci anni e trasformandola in ciò che è oggi. Io e mio fratello Massimiliano abbiamo ricevuto in eredità questo progetto, crescendo sin da piccoli in un contesto che ci ha trasmesso la passione per la buona cucina e ha dato forma alle nostre professionalità, con i vantaggi e gli svantaggi che comporta essere nati in un ambiente di questo tipo.
I miei due figli stanno frequentando l’istituto alberghiero, interessandosi a loro volta al lavoro che viene svolto al ristorante, ma come genitore non imporrò in alcun modo che restino ancorati alla Villa, anzi. Sono convinto che sia importante fare esperienza altrove, conoscere altre realtà, cosa che né io né Massimiliano abbiamo avuto modo di fare».
«Sicuramente non è facile avere alle spalle il nome di qualcuno mentre si cerca la propria strada, è un punto di merito non farlo pesare: spesso si dà per scontato che sia soltanto una fortuna “nascere con la camicia”».
«Per molti versi lo è, senza dubbio. Io mi ritengo privilegiato per quello che ho ricevuto dai miei genitori, ma vivere fin da bambini in un hotel-ristorante ha richiesto anche molti sacrifici: pensa ad una cosa semplice come l’intimità, che si riduce inevitabilmente dovendo condividere la colazione, il pranzo e la cena con gli ospiti dell’albergo. Ai miei figli posso lasciare una libertà maggiore, e sono felice che questo li abbia portati comunque a provare interesse per il mondo dell’Horeca.
Alberto, in particolare, sta per scegliere il proprio percorso universitario e vorrebbe studiare nutrizione, per portare in cucina una figura professionale capace di seguire scientificamente il bilanciamento del menu: un’idea che proveremo a seguire per il futuro».
«L’ospite e le sue necessità sono sempre al primo posto, ma come si fa nella pratica a far sentire a proprio agio il visitatore?»
«Sono convinto che non siano le singole portate o l’arredamento di un locale a fare la differenza sotto quest’aspetto. Sono sempre le persone e le relazioni umane a creare le basi per un’esperienza piacevole: l’ospite dev’essere gradito, nel senso che deve sentirsi tale, deve percepire nel sorriso, nei gesti e nel modo di fare del personale un’apertura e la volontà di andargli incontro.
Con 35 coperti all’interno e altrettanti all’esterno è possibile dedicarsi a tutti, e notiamo che i nostri sforzi sono premiati da un positivo passaparola: chi si è trovato bene fa sapere che qui ha trovato un certo tipo di accoglienza, piatti di suo gradimento, un contesto e un’atmosfera da consigliare, ed è sempre un piacere constatare l’apprezzamento della clientela».
«La fama del ristorante viaggia esclusivamente con il passaparola oppure anche gli strumenti della rete e dei social network aiutano a dare visibilità? Che cosa pensi dei siti di recensioni, in particolare?»
«Ritengo che molto spesso alcune opinioni lasciate dagli utenti siano fuorvianti per chi si basa esclusivamente sul parere altrui per giudicare un luogo, che si tratti di Villa Goetzen o di altre mete. Ad esempio: a qualcuno non piace sentire il rumore dell’acqua dalle camere affacciate sul fiume, per cui le valuta negativamente. A qualcun altro potrebbe invece far piacere affacciarsi al panorama fluviale e ascoltare quel sottofondo caratteristico: non è scontato che le esperienze di un estraneo combacino con le nostre.
Nella contemporaneità, nel bene o nel male, non è possibile estraniarsi dalla comunicazione digitale, l’unica scelta che si può compiere è quella di non farsi influenzare o condizionare troppo: se toccasse a noi recensire il comportamento di tutti i nostri ospiti, ne vedremo delle belle. Da titolari, sia io che i miei familiari siamo sempre rimasti fedeli a noi stessi: avere consapevolezza di ciò che facciamo, dell’amore con cui seguiamo l’hotel e il suo ristorante, ci dà tutte le certezze di cui abbiamo bisogno».
«Come ultimo “boccone” della nostra intervista, vorremmo proporre ai nostri lettori una selezione di pietanze da ordinare a Villa Goetzen: che cosa ci consiglieresti di assaggiare?»
«Il nostro ristorante è conosciuto per la ricca selezione di antipasti, sia crudi che cotti; la disponibilità degli ingredienti cambia in base alla disponibilità del mercato, di settimana in settimana. Abbiamo tartare di branzino, tonno o pesce spada, gli scampi crudi con il riso Venere, le capesante servite con una centrifuga di sedano e mela, il gambero rosso con mango e cioccolato bianco, tre diversi tipi di ostriche, una selezione di cotture a bassa temperatura (rombo e zucchine, carote, salsa di sedano rapa), i canestrelli di Caorle, oltre ai piatti della tradizione che non vogliamo mai far uscire dal menu come la granseola al vapore.
Per quanto riguarda i primi stiamo lavorando per proporre degli gnocchi di zucca con battuto di rombo e orata, mela cotta a bassa temperatura e salsa al Grana. Ci saranno, in previsione, tortelli farciti con carciofi e gamberi con una maionese al Grana, oppure ancora i risotti di Massimiliano, per esempio con radicchio di Treviso e crostacei…»
«Ma se dovessi scegliere una portata sola? Un piatto a cui sei particolarmente affezionato?»
«Beh, in tal caso sceglierei la zuppa di pesce di mio padre: “la zuppa del paron Paolo” è veramente inimitabile. Utilizza otto tipologie di pesce, tre cotture e nessuno di noi è riuscito a replicarla alla perfezione: nasce dal suo talento e dalla sua esperienza, per cui una volta che lascerà la cucina non sarà più possibile assaggiarla – almeno, non fatta così come la fa lui. Per giustizia, comunque, vorrei che fosse citato anche un piatto di mamma: le lasagne al pesce di Paola, apprezzate sia dal pubblico che da me. E spero anche dai lettori».
Ringraziamo dunque Cristian Minchio per il suo tempo e la sua cortesia, invitandovi a visitare personalmente Villa Goetzen: qui potrete assaporare le pietanze in menu e vivere i suoi meravigliosi dintorni, anche approfittando delle scontistiche riservate ai soci Che Passione.
Intervista a cura di Chiara Tomasella