Nel cuore della città, a due passi dal Santo, Al Padovanino vede nuova vita con una ristrutturazione condotta dallo chef Stefano Mocellin, rientrato per aprire il suo ristorante dopo anni di esperienza a Milano e all’estero. La trasformazione è radicale, sia nell’ambiente che nello stile di cucina, perciò arrivate qui con mente aperta e resterete sorpresi: dalla ricerca alla tecnica, non di meno dalla grande passione di Stefano, ogni aspetto è curato per farvi vivere un’esperienza a 360° con lunghe cotture alla “brace gourmet”.Sarete accolti e accompagnati al tavolo da Nina Dascalu, che si prenderà cura di voi come direttore di sala.
L’ambiente è intimo e appare moderno, in cui si contrappongono antiche travi lignee e putrelle di metallo, oltre a due colonne classiche di pietra. La sala è suddivisa in tre zone più raccolte, che potete scegliere: la prima è un omaggio a Padova, la città dell’orto botanico, con tavoli in legno senza tovagliato e lampadari in sughero, per richiamare il contatto con la natura. La seconda è un omaggio a Milano, la città della moda, con luci colorate e la possibilità di vedere lo chef lavorare in cucina, dall’apposita finestra. Per concludere con un omaggio a Venezia, la città delle maschere, appese alle pareti appunto, le più suggestive in pietra facciavista.
Vi consigliamo i percorsi di degustazione, per comprendere al meglio la ricerca dello Chef: il primo è “Fuoco e Fiamme” interamente eseguito alla brace con il Kamado, un particolare barbecue in ceramica a forma di uovo di origine giapponese, o alla griglia Yakitori orientale. Ad esempio qui le ostriche sono per tutti, anche per chi non apprezza il crudo di pesce, perché vengono cotte molto lentamente al Kamado che favorisce una leggera affumicatura, quindi finite in sala con erbe aromatiche abbrustolite e un gel di frutti rossi. Il secondo è “Milano” per ripercorrere i piatti più celebri creati nella città, come “Ris-Oro” il risotto allo zafferano tipico lombardo, servito da tradizione con l’ossobuco ma rivisitato da Stefano. Infine “Venezia” in omaggio alla cucina veneta, con più pesce come lo sgombro all’abete, come rendere interessanti pesci considerati semplici grazie alla cottura alla brace, che trasferisce i profumi del legno e viene servito con mostarda di zucca, cavolo nero e aceto di chachi. Ci sono anche selezionati piatti vegetariani, come il risotto alle cinque consistenze di porcini. Ma qui anche un semplice spaghetto al pomodoro è un’esplosione di gusto se viene cotto lentamente per una notte intera, provare per credere! Non poteva mancare anche il gelato alla brace, concedetevi un dessert come la tarte tatin affumicata o la sacher al volo.
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